A regola d’arte. Istruzioni e modelli per l’architettura carceraria tra Settecento e Ottocento
Abstract
Il contributo costruisce un percorso ragionato sulle diverse tipologie di fonti che hanno guidato l’edificazione delle carceri storiche.
L’Ottocento costituisce un momento di rinascita per il genere della trattatistica, grazie anche all’impulso precedentemente dato dalla corrente illuminista nel rinnovare la fiducia in un’organizzazione scientifica del sapere, basata sulla possibilità di definire norme generali applicabili a una molteplicità di casi concreti.
Parallelamente, profonde modificazioni sociali e culturali accendono un vivo dibattito sul riordino del sistema detentivo, con una trasformazione del concetto di pena che investe anche i luoghi a essa deputati.
Gli stessi complessi carcerari, concepiti per offrire una sintesi della «regola d’arte», divengono, a loro volta, la base per norme e regolamenti, costituendo un supporto per la formazione di architetti e ingegneri: le soluzioni più riuscite vengono menzionate da illustri teorici, mentre disegni e descrizioni confluiscono in pubblicazioni di diversa natura che, diffondendosi, collaborano a un processo di proto-globalizzazione degli approcci progettuali alle grandi fabbriche pubbliche.
Sebbene non tutti finalizzati alla formazione di studenti e tecnici, tali strumenti influenzano le scelte progettuali, coerentemente con le essenziali esigenze che la buona prigione deve soddisfare secondo i pensatori dell’epoca.
Muovendo dalla ricognizione di queste fonti, il contributo si propone di indagare le istanze che hanno guidato in termini programmatici il progetto delle architetture detentive e le regole operative in cui esse si sono tradotte, al fine di identificare, da un lato, i paradigmi di carattere generale, dall’altro, le peculiarità individuali derivanti dalle contingenze contestuali.
Infatti, se la letteratura manifesta una tendenza all’universale, attraverso la riduzione logica a categorie generali, i singoli episodi architettonici, nelle innumerevoli variazioni sul tema, evidenziano l’esistenza di spazi di libertà e modificazione di regole e modelli che il progettista può reinterpretare e adattare sulla base della propria sensibilità.
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PDFDOI: https://doi.org/10.14633/AHR363
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Copyright (c) 2023 Francesca Musanti, Claudia Pintor
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ArcHistoR è una rivista open access e peer reviewed (double blind), di Storia dell’architettura e Restauro, pubblicata dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria. La rivista ha cadenza semestrale. È una rivista di Classe A (ANVUR) per l’Area 08 - Ingegneria civile ed Architettura, settori C1, D1, E1, E2, F1.
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Laboratorio CROSS. Storia dell'architettura e Restauro
ISSN 2384-8898
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