Girolamo Rainaldi per il duomo di Milano: il progetto di facciata del 1642 e alcune precisazioni sul corpus grafico dell'architetto

Antonio Russo

Abstract


La conoscenza dell’attività di Girolamo Rainaldi (1570-1655) nel nord Italia, e in particolare a Milano, si è nell’ultimo periodo arricchita di dati inediti che vedono l’architetto attivo nella città lombarda per l’annosa questione della conclusione della facciata del Duomo già con un progetto, conservato nella biblioteca Ambrosiana, risalente al 1607 circa.

Ora il rinvenimento di un disegno di presentazione con una proposta per la facciata della medesima chiesa, datato e firmato nel 1642, conservato in una collezione privata, permette un ulteriore apporto alla conoscenza dell’attività di Rainaldi a Milano dove afferma di stare nel momento dell’esecuzione del disegno. Nel 1642 vescovo di Milano era il cardinale Cesare Monti, per il quale, nello stesso anno, Girolamo aveva presentato un progetto di trasformazione di un edificio suburbano nella residenza di famiglia dello stesso cardinale. Edificio poi modificato da Francesco Maria Ricchino e oggi, dopo ulteriori trasformazioni settecentesche, sede della biblioteca Sormani. È probabile dunque che sia stato Monti a volere Rainaldi a Milano, facendolo ‘trasferire’ lì da Parma; nel foglio di progetto egli si dichiara infatti architetto dell’ “inclito popolo romano e del serenissimo duca di Parma”.

L’occasione del riconoscimento del disegno per la facciata della più grande chiesa lombarda permette nuovamente di comprendere come Girolamo si confronti con un edificio preesistente; in effetti, il suo approccio “ibridante” già espresso nel disegno per la stessa chiesa del 1607 e nel noto foglio con la proposta per la facciata della basilica di San Petronio a Bologna degli anni venti del XVII secolo, trova una conferma nel foglio qui discusso, sebbene in maniera meno esplicita. Conformare il nuovo al preesistente, provando a combinare la maniera “romana” a quella “gotica” è una questione dibattuta da sempre in architettura; comprendere le scelte in tal senso di un architetto del seicento per mezzo dei suoi disegni di progetto è un’occasione di certo interesse che apre nuove prospettive di ricerca futura.

L’occasione ha anche permesso di fare alcune precisazioni sul corpus grafico di Rainaldi che confermano le attribuzioni di fogli fatte da chi scrive in precedenti occasioni, e di sciogliere alcuni nodi storiografici sull’attività dell’architetto durante la sua lunga carriera.

 

 

 


Parole chiave


Girolamo Rainaldi; Duomo di Milano; progetto facciata; corpus grafico

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DOI: https://doi.org/10.14633/AHR331

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