Per una storia dell’uso delle terme Antoniniane: proprietà, scavi e spoliazioni (secoli XIV-XIX)
Abstract
Da secoli le monumentali rovine delle Terme di Caracalla a Roma hanno attirato l’attenzione di umanisti, filologi e antiquari, solleticandone la curiosità e suscitandone immaginifiche ricostruzioni. Dagli antesignani ai portavoce della moderna archeologia, è tale disciplina ad avere maggiormente indirizzato e guidato i più recenti studi sul complesso, dall’800 a ora. Tuttavia, se la vocazione ‘archeologica’ costituisce la più evidente e rappresentativa essenza di tali resti, per oltre mille anni l’intera area sulla quale essi insistevano fu prevalentemente utilizzata come terreno agricolo, frazionata e passata di mano in mano attraverso innumerevoli proprietari. Di questa lunga e poco conosciuta storia dell’‘uso’ si tenta di fornire un breve quadro concernente i 300 anni che vanno dalla metà del ‘500 all’Unità d’Italia. A partire dall’individuazione di alcune delle molte figure avvicendatesi nel tempo come proprietari a diverso titolo delle singole tenute, la vicenda ci restituisce una preziosa messe di notizie relativa anche a quanto gli stessi detentori, come committenti, hanno deliberato e condotto sui poderi da loro goduti, coltivandoli, costruendovi e dirigendovi operazioni di spoglio, scavo, sistemazione, riuso, e distruzione, fornendoci al contempo dati utili all’analisi dei meccanismi trasformativi dell’assetto fondiario di questa porzione di città, da rapportarsi alla più generale storia urbana di Roma.
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PDFDOI: https://doi.org/10.14633/AHR201
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Copyright (c) 2020 Isabella Salvagni
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ArcHistoR è una rivista open access e peer reviewed (double blind), di Storia dell’architettura e Restauro, pubblicata dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria. La rivista ha cadenza semestrale. È una rivista di Classe A (ANVUR) per l’Area 08 - Ingegneria civile ed Architettura, settori C1, D1, E1, E2, F1.
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Laboratorio CROSS. Storia dell'architettura e Restauro
ISSN 2384-8898
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