Analogie tra la facciata del palazzo dei Tufi a Lauro e la ricostruzione grafica della Porta di Fano di Giuliano da Sangallo

Riccardo Serraglio

Abstract


Tra il 1513 e il 1529 Giovanni IV de’ Capellani, cameriere segreto di papa Giulio II e vescovo di Bovino, edificò a Lauro il palazzo dei Tufi, caratterizzato dalla facciata articolata dalla sovrapposizione di bugne tronco piramidali sul basamento e a punta di diamante sul piano nobile. Nell’architettura rinascimentale italiana ed europea si conoscono diversi edifici caratterizzati da cortine murarie guarnite da bugnati a punta di diamante, tuttavia si distinguono tra i vari esemplari differenze cronologiche e stilistiche significative. I “palazzi dei diamanti” più noti sono quelli di Roberto Sanseverino a Napoli (1470) e di Sigismondo d’Este a Ferrara (1493) ma ne furono costruiti altri nelle regioni italiane, dal nord al sud, e anche all’estero (Francia, Spagna, Portogallo, Russia). In questo saggio si propone un confronto tra il palazzo di Lauro e il disegno sul foglio 61 verso del Codice Vaticano Barberiniano 4424, redatto da Giuliano da Sangallo, che mostra una ricostruzione della Porta di Fano, poiché si riconoscono analogie nella sovrapposizione dei bugnati ma anche nei registri decorativi dei portali, nelle modanature delle fasce marcapiano, nelle cornici di porte e finestre. Queste affinità non autorizzano un’attribuzione all’architetto toscano, tuttavia si osserva che Giovanni de’ Capellani avrebbe potuto avere visto il disegno sangallesco a Napoli, sul finire del 1488, o a Roma, dopo il 1513, ed essersi ispirato a questo nella realizzazione del proprio palazzo.


Parole chiave


Rinascimento; muratura; bugnato; diamante; tufo

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DOI: https://doi.org/10.14633/AHR133

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