Impressioni di viaggio nella Calabria Ulteriore dal diario di Dominique Vivant Denon

Francesca Valensise

Abstract


La rappresentazione urbana e territoriale del Regno di Napoli mediata dal Voyage Pittoresque frutto della spedizione organizzata da Jean Claude Richard, Abate de Saint-Non e coordinata da Dominique Vivant Denon assume – per le Calabrie – una nuova valenza trasformandosi, dopo il terremoto del 1783, nell’ultima testimonianza documentale di un mondo praticamente scomparso, come evidenziato dalla recensione dell’opera scritta da Gabriel Brizard sul Mercure de France nel febbraio 1787.
Il sentimental journey di Denon, nella sua ammaliante versione originale pubblicata nel 1785-86, descrive il viaggio compiuto anche attraverso la descrizione delle emozioni provate nei diversi luoghi visitati. La Calabria, e quella Ulteriore soprattutto, appare un’arcadia selvatica, dove «il n'y a que le temps qui dure». In questo senso le descrizioni di Denon non sono altro che la trasposizione letteraria di un’estetica della natura che si esplicita nel corpus di disegni dei luoghi visitati e che sovverte la definizione di “bellezza” secondo i criteri tradizionali.
Nell’intrinseco rapporto tra centri abitati e paesaggio naturale della Calabria meridionale raccontato da Denon, i tre borghi di Roccella, Gerace e Scilla si distinguono per il loro impatto a scala territoriale, cristallizzato nelle vedute di Claude-Louis Châtelet e Louis-Jean Desprez, che diventeranno dei veri e propri topoi figurativi.


Parole chiave


Dominique Vivant Denon; Calabria Ulteriore; paesaggio urbano; paesaggio naturale

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DOI: https://doi.org/10.14633/AHR087

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