«Sicily is a land for Architects». La cultura Arts & Crafts di Charles Robert Ashbee in Sicilia (1907-1909)
Abstract
Nel 1907 l’architetto inglese Charles Robert Ashbee (1863-1942) era a Taormina, invitato dall’amico, il colonnello Thomas Bradney Shaw-Hellier (1836-1910), per progettare la casa che questi voleva costruirsi nella cittadina siciliana.Formatosi al King’s College egli è noto per essere stato tra i principali protagonisti del movimento Arts and Crafts, sorto in Inghilterra alla fine dell’Ottocento, che, condannando “la corruzione degli stili del XIX secolo” inneggiava a un’architettura autentica basata su un artigianato ispirato. Ashbee, giunto in Sicilia, rimaneva immediatamente entusiasta di Taormina, degli antichi monumenti e, ovviamente, estasiato, del monte Etna. Ma questo viaggio gli forniva l’occasione per una visita di alcuni tra i più importanti siti archeologici e città isolane. Attraverso le sue Memoirs, conservate al Victoria & Albert Library di Londra, che raccontano in forma di diario parte della sua vita e delle sue attività tra il 1884 e il 1923, è possibile rintracciare i luoghi, i monumenti, i paesaggi che lo emozionarono, senza tralasciare le suggestioni degli aspetti culturali e tradizionali della Sicilia. Con spirito acuto e immancabile humour inglese egli descriveva il paesaggio così come gli aspetti antropologici isolani, le abitudini e il carattere degli abitanti. Tra gennaio e febbraio del 1907, Ashbee visitava Siracusa, Agrigento, Porto Empedocle, Segesta e Palermo e, alla fine di questo breve ma intenso viaggio tra i monumenti più rilevanti dell’isola, scriveva: «Sicily is a land for Architects».Durante il soggiorno siciliano, che, a più riprese, si protrarrà per circa un anno e mezzo, vivrà anche il drammatico evento del terremoto nello Stretto di Messina del 1908, rilevandone l’orrore della distruzione e la disperazione degli abitanti. Tornerà in patria nell’ aprile successivo, dopo la conclusione dei lavori della villa che aveva disegnato per l’amico inglese, che, trasformato negli ultimi decenni in hotel, porta oggi il suo nome.
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PDFDOI: https://doi.org/10.14633/AHR131
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ISSN 2384-8898
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