«Mi potrete dire se i colori sono compartiti sul gusto francese […] avendone voi veduti di fatti». Pensieri e progetti di Filippo Juvarra per la committenza Mansi a Lucca

Alessandra Del Nista

Abstract


Introdotto da Coriolano Orsucci, Juvarra giunse a Lucca per la prima volta nel 1706, per tornarvi nel 1714, nel 1724 e nel 1728.

Durante l’intero periodo mantenne i contatti con un gruppo di patrizi lucchesi, legati tra loro da vincoli parentali e interessi societari, e appartenenti a famiglie di nobiltà recente o di posizione economica in ridefinizione, ansiose di dare visibilità ad un nuovo status sociale. Alcune proposte juvarriane per le ville lucchesi si tradussero in parziali realizzazioni, attraverso successive elaborazioni, in un iter trasversale rispetto alle date dei quattro viaggi. È questo carattere di trasversalità, a conferire interesse allo studio della vicenda lucchese nel suo insieme, e di alcuni esempi, come quelli delle ville Orsucci e Mansi, in particolare.

Per la villa Mansi Juvarra progettò, nel 1724, un completamento del giardino, solo in parte sistemato, decenni prima, da Raffaello Mazzanti. È probabile che pensieri per il sito fossero stati formulati già in occasione dei precedenti soggiorni lucchesi. Sicuramente, però, quello della messa in opera del progetto, nel 1724, è un momento in cui Juvarra fu riconvocato a Lucca in base ad aspettative del tutto nuove: all’architetto, ormai celebre, questo singolare gruppo di committenti richiedeva, ora, una garanzia di aggiornamento ai più autorevoli modelli internazionali di gusto, svelando una tensione di rinnovamento del tutto insolita nel contesto lucchese, e foriera di importanti sviluppi.

 


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DOI: https://doi.org/10.14633/AHR017

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