Architetti nordici in Campania nella seconda metà dell’Ottocento: Andreas Clemmensen e la casa rurale della costa di Amalfi

Gemma Belli

Abstract


Nella seconda metà dell’Ottocento la realizzazione di nuove infrastrutture e la mutata sensibilità nei confronti del paesaggio fanno sì che la costiera sorrentino-amalfitana, in precedenza estranea agli interessi degli architetti viaggiatori, diventi una meta particolarmente ambita, pure più di Napoli. E questo soprattutto in virtù di incantevoli scenari naturali e della presenza di architetture vernacolari, giudicate esemplari per chiarezza e semplicità, piena espressione del valore estetico della funzionalità.

Il complessivo cambiamento di interesse nelle mete è inoltre testimoniato dai numerosi architetti nordici che in questi anni fanno tappa in costiera, nell’ambito di un itinerario italiano, volto principalmente a individuare spunti formali da rielaborare nella pratica professionale. Tra di essi, il danese Andreas Lauritz Clemmensen (1852-1928) – esponente del romanticismo nazionale, formatosi alla scuola di disegno di Christian Vilhelm Nielsen, e poi alla Det Kongelige Danske Kunstakademis – dimostra pienamente il fascino esercitato dall’architettura vernacolare su quella generazione di architetti. Entusiasmo che confluirà in un interessante articolo intitolato Hus ved Amalfi, pubblicato nel 1905-06 sulla prestigiosa rivista «Arkitekten», parallelo del resoconto sull’architettura caprese compiuto da Josef Hoffmann, nel più noto Architektonisches von der Insel Capri, apparso nel 1897 su «Der Architekt».


Parole chiave


Andreas Clemmensen; architettura rurale campana; viaggio di formazione degli architetti nordici

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DOI: https://doi.org/10.14633/AHR132

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