Destini incrociati per le fabbriche detentive storiche dismesse

Giovanni Battista Cocco

Abstract


Il riuso dell’architettura carceraria storica si presenta come azione indispensabile a garantirne la salvaguardia, trovandosi però a dare risposte a questioni che spesso sono difficilmente conciliabili con i principi della conservazione. Infatti, nonostante sia possibile appellarsi alla deroga, diventa imprescindibile il confronto con le ragioni performative, richiamate dalla normativa europea, che spesso conducono ad anteporre le ragioni tecnico-funzionali ai valori di storia e di memoria. In tale contesto sopraggiungono anche ragioni di natura economica e di profitto, quest’ultimo spesso facilitato da azioni di spettacolarizzazione degli spazi. Inoltre, in riferimento a queste strutture, solitamente riconducibili a modelli, ciò genera, la compromissione dei loro caratteri, tipologici, formali, strutturali, distributivi (appartenenti ai singoli manufatti, anche in relazione al dialogo che essi intrattengono con la città), a cui solitamente riescono a resistere, grazie al loro natura monumentale, soprattutto qualora essa sia rafforzata da serialità, regolarità e simmetria.

Lo studio, partendo dal presupposto che, come afferma Oswald Mathias Ungers, ogni realizzazione non debba mai “rinunciare a un’idea”, e in accordo con il pensiero sulla “modificazione critica” espresso da Vittorio Gregotti, interpreta questi contesti secondo un principio di continuità nel tempo e nello spazio, e riconoscere nell’azione di riuso le imprescindibili interrelazioni tra passato, presente e futuro.

Il percorso metodologico seguito per la definizione di scenari di progetto riferiti alle fabbriche dismesse presenti nel contesto sardo, ha considerato come punto di partenza i risultati emersi da diversi affondi disciplinari, tutti guidati da un’unità di intenti, a cui si è scelto di aggiungere esplorazioni altre, afferenti a mondi apparentemente distanti tra loro. Le proposte di intervento, lette secondo un approccio comparativo, hanno permesso di mettere in luce la necessità di tre aspetti, quali la relazione tra Architettura e Città, la scelta di funzioni appropriate e il rispetto degli architettonici e tipologici fondativi. Ciò, rifuggendo da un approccio che consideri la generalità del concetto di ripetizione, a favore di una differenza che dia ragione alle attenzioni che il riuso deve saper offrire alle singolarità della fabbrica, nel rispetto dei suoi valori di storia, di bellezza e di memoria. 


Full Text

PDF


DOI: https://doi.org/10.14633/AHR380

Refback

  • Non ci sono refbacks, per ora.


Copyright (c) 2023 Giovanni Battista Cocco

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 International License.

........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

ArcHistoR è una rivista open access e peer reviewed (double blind), di Storia dell’architettura e Restauro, pubblicata dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria. La rivista ha cadenza semestrale. È una rivista di Classe A (ANVUR) per l’Area 08 - Ingegneria civile ed Architettura, settori C1, D1, E1, E2, F1.

Comitato scientifico internazionale

Maria Dolores Antigüedad del Castillo-Olivares (Universidad Nacional de Educación a Distancia de España), Monica Butzek (Kunsthistorisches Institut in Florenz), Jean-François Cabestan (Université Paris 1 - Panthéon Sorbonne), Alicia Cámara Muñoz (Universidad Nacional de Educación a Distancia de España), David Friedman (Massachussets Institute of Technology), Alexandre Gady (Université Paris-IV-Sorbonne), Jörg Garms (Universität Wien), Miles Glenndinning (Scottish Centre for Conservation Studies, University of Edinburgh), Mark Wilson Jones (University of Bath), Loughlin Kealy (University College Dublin), Paulo Lourenço (Department of Civil Engineering, University of Minho), David Marshall (University of Melbourne), Werner Oechslin (ETH, Zurich, Stiftung Bibliothek Werner Oechslin, Einsiedeln), José Luis Sancho (Dirección de Conservación de Bienes Histórico-Artísticos, Palacio Real, Madrid), Dmitrij O. Švidkovskij (Moscow Architectural Institute, MARCHI)

Comitato direttivo

Tommaso Manfredi (direttore responsabile), Giuseppina Scamardì (direttore editoriale), Bruno Mussari, Annunziata Maria Oteri, Francesca Passalacqua, Nino Sulfaro

 

........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

 

Laboratorio CROSS. Storia dell'architettura e Restauro

    

      

 ISSN 2384-8898

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic License.