Prigioni dello sguardo. Sperimentazioni cinematografiche per il progetto di riuso dell’ex carcere storico di San Sebastiano a Sassari
Abstract
Le complessità del processo progettuale per il restauro richiede percorsi di conoscenza capaci di integrare, nelle metodiche proprie degli studi urbani strumenti alternativi volti a favorire il riconoscimento e la risignificazione del patrimonio architettonico nella contemporaneità.
L’importanza di un approccio multidisciplinare per la lettura e la scrittura del testo architettonico assume una particolare rilevanza nei contesti in cui la componente materiale e la presenza spirituale entrano in profonda relazione; in tal senso, le fabbriche carcerarie rappresentano luoghi emblematici dove si percepisce con forza l'intimo legame tra l’entità fisica del costruito e la sostanza immateriale generata dai sentimenti e dalle emozioni di chi lo ha vissuto.
La dimensione intangibile di tali architetture, con le proprie connotazioni culturali, simboliche, etiche ed estetiche, può essere raccontata solo attraverso la sperimentazione di metodologie capaci di travalicare la mera fisicità del luogo.
In tale scenario, gli strumenti cinematografica ricoprono un ruolo strategico negli approcci conoscitivi ‘sensibili’; la peculiare struttura percettiva e le possibilità espressive proprie dei linguaggi e delle tecnologie audiovisive li rendono dispositivi di osservazione critica, in grado di cogliere e raccontare l’identità dei luoghi come prodotto dell’intima interazione tra la loro dimensione visibile e la loro dimensione invisibile.
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PDFDOI: https://doi.org/10.14633/AHR376
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Copyright (c) 2023 Marco Tanca
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ArcHistoR è una rivista open access e peer reviewed (double blind), di Storia dell’architettura e Restauro, pubblicata dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria. La rivista ha cadenza semestrale. È una rivista di Classe A (ANVUR) per l’Area 08 - Ingegneria civile ed Architettura, settori C1, D1, E1, E2, F1.
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Laboratorio CROSS. Storia dell'architettura e Restauro
ISSN 2384-8898
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