Vignola e dintorni. Su un disegno inedito per la cappella Pepoli in San Domenico a Bologna

Maurizio Ricci

Abstract


Luigi Breventani (1847-1906), insigne studioso di canonistica, archeologia e topografia medievale bolognesi, raccolse una serie di disegni, in gran parte di argomento architettonico, provenienti probabilmente dalla collezione dell’erudito Marcello Oretti (1714-1787). Breventani li riferì all’architetto Pietro Fiorini (Bologna, 1539-1629).

Nella raccolta compaiono però anche fogli che, per la calligrafia con la quale sono vergate scritte e misure, per il ductus e per i contenuti, non possono essere autografi di Fiorini. Uno di questi presenta la pianta e la sezione trasversale con il prospetto di un’ampia cappella misurata in piedi bolognesi.

L’analisi dimensionale e formale permette di identificare nel disegno un irrealizzato progetto per la cappella Pepoli in San Domenico a Bologna, innalzata dal 1551, fondendo elementi medievali e rinascimentali, dall’architetto Antonio Morandi, che nel 1550 aveva soppiantato Vignola nel cantiere della basilica petroniana.

Probabilmente Filippo Pepoli, Presidente della Fabbriceria e appartenente ad una delle più influenti famiglie cittadine, aveva dapprima conferito l’incarico per la cappella al modenese, revocandoglielo in seguito, per ragioni di opportunità, dopo il suo licenziamento (1550).

Il progetto di cappella, una delle poche opere degli anni Quaranta che possono essere attribuite a Vignola, mostra la riuscita fusione di fonti antiche e moderne, anticipando la ricerca sugli spazi ecclesiastici a matrice centrale che l’architetto svilupperà più tardi nelle opere romane.


Parole chiave


Bologna; Jacopo Barozzi da Vignola; Basilica di San Domenico, Pepoli, Disegno d'architettura

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DOI: https://doi.org/10.14633/AHR352

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