Vittone 1920-2020. Postfazione
Abstract
Nell’ampia letteratura su Bernardo Vittone, vale la pena richiamare alcuni aspetti che, a partire dalla ripresa degli studi sull’architetto alla metà degli anni Novanta, hanno indirizzato le ricerche, innanzitutto per colmare una carenza biografica, che sebbene in parte ancora sussiste, appare meglio delineata dalle più recenti indagini sulla sua giovinezza torinese e sulla sua committenza. Un punto chiave è rappresentato dal carattere particolare della cultura di Vittone, segnata certo dalla sua provenienza sociale quanto dalla scoperta della multiforme tradizione barocca romana negli anni del perfezionarsi come architetto. Fu proprio questa adesione a quanto studiato e appreso a Roma, a convincerlo dell'esattezza delle sue idee, già indirizzate negli anni precedenti dalla conoscenza delle architetture di Guarini. Quando Vittone tornò a Torino nel 1733 e poi per decenni, fino alla fine della sua carriera nel 1770, riconsiderò i dati della sua formazione, senza mai rinnegarli, ma misurandoli con i nuovi indirizzi di pensiero che si diffusero dalla metà del secolo, mettendo in discussione proprio quel glorioso passato architettonico recente che entrava in conflitto con le nuove esigenze “razionaliste” e classiciste. Il bilancio sulla giornata di studi dedicata al 250° della morte di Vittone è l’occasione per porre in evidenza gli approfondimenti necessari alla conoscenza della vita dell’architetto, i suoi disegni , le sue pubblicazioni, la sua biblioteca.
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PDFDOI: https://doi.org/10.14633/AHR328
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Copyright (c) 2021 Walter Canavesio

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ArcHistoR è una rivista open access e peer reviewed (double blind), di Storia dell’architettura e Restauro, pubblicata dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria con cadenza semestrale.
ISSN 2384-8898

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