II. Borromini e la corporazione accademica e professionale

Tommaso Manfredi

Abstract


II.1 Il rapporto di Borromini con l’Accademia di San Luca

La diffusa visione critica di Francesco Borromini come un architetto estraneo all’accademia è strettamente connessa alla presunta avversione ideologica nei suoi confronti da parte di Giovanni Pietro Bellori riflessa nel discorso sull’Idea del Bello, presentato nel 1764 all’Accademia di San Luca. Riconsiderando la natura del discorso di Bellori e le circostanze in cui esso fu pronunciato questo contributo offre una interpretazione meno soggettiva dei suoi contenuti critici rispetto all’architettura e gli architetti contemporanei. Al contempo ricostruisce il contesto della mancata affiliazione accademica di Borromini non come una esclusione di natura culturale o corporativa, ma come un consapevole rifiuto da parte di una personalità artistica e professionale autonoma e del tutto avulsa dal perseguimento di accrediti ufficiali.

 

II.2 Presenze e assenze nei censimenti degli «architetti in Roma»

Nei censimenti di tutte le categorie di artisti attivi a Roma assoggettabili al pagamento della tassa per il sostentamento dell’Accademia di San Luca, imposta da papa Urbano VIII con breve dell’11 luglio 1633, il nome di Francesco Borromini compare per la prima volta in una lista inedita databile tra la fine del 1641 e la metà del 1643, di cui finora si conosceva un’altra versione erroneamente datata al 1635.

Il nome di Borromini, invece, non compare in un’altra lista inedita, anch’essa priva di data, ma riferibile al primo censimento effettuato nel 1634 in attuazione del breve papale.

Per il minore numero di architetti elencati la lista del 1634 appare il frutto di una selezione basata su criteri selettivi più restrittivi rispetto alla lista del 1641-1643, comprendente molti più nominativi, evidentemente in base a un progressivo allentamento dei criteri di inclusione ed esclusione degli architetti rispetto alla legge papale.

L’analisi comparata di questi censimenti e di altri due risalenti ai primi anni Cinquanta del Seicento, insieme al rinvenimento di una prima e finora unica documentazione del rapporto tra Borromini e l’Accademia di San Luca, contribuisce alla definizione dell’immagine pubblica dell’architetto ticinese rispetto al contesto professionale romano definito soprattutto in base agli impieghi pubblici e privati, oltre che all’appartenenza accademica.


Parole chiave


Francesco Borromini; architetto; professione; corporazione; Accademia di San Luca; architetti ticinesi; capomastri ticinesi; Roma; Carlo Maderno; Gian Lorenzo Bernini

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