I. Borromini e le comunità ticinesi e lombarde nel sistema professionale dell’architettura a Roma da Sisto V a Urbano VIII

Tommaso Manfredi

Abstract


I.1 Architetti e maestranze ticinesi nel sistema organizzativo dell’edilizia pubblica

Questo capitolo riguarda l’evoluzione della presenza degli architetti e dei capomastri ticinesi a Roma prima e dopo l’arrivo di Borromini, nel 1619, all’interno del sistema organizzativo dell’edilizia pubblica, a lungo dominato dai conterranei Domenico Fontana e Carlo Maderno.

Il valore strategico di tale evoluzione è analizzato sulla base degli organigrammi delle varie cariche di architetto pubblico e papale e della distribuzione degli appalti delle opere pubbliche ai capomastri muratori, in particolare nel Tribunale delle strade.

In questo contesto, il trasferimento da Milano a Roma di Borromini sono analizzati nell’ambito del grande fenomeno dell’emigrazione edilizia ticinese, ma anche del sistema corporativo e accademico romano in architettura.

 

I.2 Dinamiche insediative e attività edilizia delle comunità lombarde e ticinesi

La presenza a Roma degli architetti e dei capomastri muratori lombardi e ticinesi nei primi due decenni del Seicento coincise con un reale monopolio nell’attività edilizia. Questo capitolo delinea i riflessi di tale monopolio sulle strategie insediative nel territorio urbano, attraverso l’analisi sistematica, finora mancante, dei censimenti parrocchiali del periodo compreso tra la fine del Cinquecento e il 1620.

L'indagine ha evidenziato che la dislocazione preferenziale delle abitazioni dei capomastri e degli architetti ex capomastri coincideva con le aree di nuova urbanizzazione in cui essi stessi erano attivi.

Mentre per coloro che avevano iniziato a formarsi come architetti già in patria, l’insediamento a Roma poteva avvenire presso un qualificato architetto conterraneo. Ciò avvenne per esempio per Carlo Maderno che fu prima ospite degli zii Giovanni e Domenico Fontana nella casa in Borgo vaticano denominata «isola del cavalier Fontana», e dal 1601, abitò poco distante, oltre il Tevere, in una casa nell’attuale via del Consolato, vicina a quella in cui nel 1619 fu ospite il giovane Borromini appena arrivato a Roma.


Parole chiave


Francesco Borromini; architetto; professione; corporazione; Accademia di San Luca; architetti ticinesi; capomastri ticinesi; Roma; Carlo Maderno; Gian Lorenzo Bernini

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  ISSN 2384-8898

    

 

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