Baldassarre Fontana (1661-1733): alcune note e considerazioni sui linguaggi d’area romana nei cantieri polacchi e moravi

Federico Bulfone Gransinigh

Abstract


L’articolo si pone come obbiettivo l’analisi del rapporto fra decorazione plastica e architettura attraverso l’indagine e la lettura dei linguaggi propri dell’attività di Baldassarre Fontana, cugino del più noto Carlo. Lo studio di alcuni cicli di decorazione e alcune architetture eseguite da Baldassarre in Moravia e in Polonia permetterà di sottolineare gli elementi di innovatività nei linguaggi utilizzati dall’architetto e stuccatore di Chiasso in relazione con esempi romani fra i quali l’altare maggiore di Santa Maria in Traspontina di Carlo Fontana o la cappella di Santa Cecilia in San Carlo ai Catinari come anche con alcuni progetti del Bernini.

Nell’opera del Fontana si percepisce l’intenzione di capovolgere i rapporti tra architettura e scultura, cercando di raggiungere nella scultura il maggior distacco possibile dalla tessitura statica dell'architettura e, in altri cantieri, l’approccio rivela un’accentuata sperimentazione già protesa verso il rococò.

Il saggio prenderà in considerazione alcuni casi fra i quali la decorazione della chiesa di Sant’Anna a Cracovia datata 1695-1704 e la decorazione plastica a basso spessore realizzata sulle volte tardo gotiche di palazzo Zydowski, sempre a Cracovia. Interessanti, inoltre sono gli esempi di palazzo Wawrzyniec Wodzicki o la serie di monumenti funebri progettati sia in Polonia che in Moravia. Il saggio si compone anche di una lettura della tecnica dello stucco attuata da Baldassarre Fontana, analizzando le pratiche di cantiere utilizzate anche in area romana.


Parole chiave


Baldassarre Fontana; stucco; architettura barocca; Polonia; Roma

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DOI: https://doi.org/10.14633/AHR313

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