Il Voyage dell’abate di Saint-Non: un esempio di “lettura critica” del territorio

Margherita Eichberg

Abstract


Negli stessi anni della spedizione Saint-Non nel Regno di Napoli e in Sicilia, il granduca Pietro Leopoldo condusse un analogo viaggio nel territorio da lui governato, così come, alcuni decenni dopo, fece suo nipote Leopoldo II.
Diversamente dai precedenti, i diari di viaggio settecenteschi sono guidati dallo spirito scientifico del tempo. Nel Voyage del Richard una parte di rilievo è costituita dai disegni, elementi oggettivi che documentano il viaggio e garantiscono l’affidabilità dello studio. Le tavole, vere ma non verosimili, sono il risultato di approfondimenti e ragionamenti successivi, sugli appunti presi e sugli schizzi grafici tratti nella campagna. La loro forma pittoresca è l’esito di un procedimento analitico di documentazione, affidato a un’équipe scientifica multidisciplinare, che studiava i luoghi indagando la natura e le opere umane, e ne sceglieva gli elementi più significativi da riprodurre.
Questo metodo di indagine costituisce un esempio della “lettura critica” del territorio prevista per la realizzazione di opere in ambito paesaggistico tutelato. Dalla lettura del DPCM 12.12.05, che individua «la documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi» di cui all’art. 146 del Codice dei BBCC, risulta evidente il parallelo tra l’«analisi dello stato attuale» e il lavoro condotto dai viaggiatori illuministi. Composta da immagini (oggi anche fotografiche) e testo, come i resoconti dei Viaggi settecenteschi, dovrebbe evidenziare «gli elementi di valore paesaggistico» del tratto di territorio interessato, le norme urbanistiche e paesaggistiche, e tutti quegli aspetti che consentono al progettista di inserire correttamente l’opera nuova. La conoscenza della storia, della geologia, dell’idrografia, delle condizioni climatiche, della vegetazione locale – quindi dell’antefatto naturale e antropico di quanto visibile – serve infatti a comprendere i segni del territorio e individuare le coordinate dell’intervento.
Leopoldo II, dopo aver viaggiato, e condotto un accurato studio sul Padule della piana grossetana, avviò un progetto di bonifica che in alcuni decenni ne cambiò il paesaggio. Anche nella zona paludosa vicina a Rosarno, negli stessi anni, la bonifica condotta dal Nunziante generò una fertile pianura, con canali, strade, pinete e paesi di nuova fondazione. È quindi possibile creare nuovi paesaggi, degni di essere riprodotti in un Voyage pittoresque, se le nuove infrastrutture e le nuove opere sorgono nel rispetto dei valori paesaggistici presenti, o con l’intento di crearne dei nuovi, «integrati e coerenti» come recita il Codice.


Parole chiave


Territorio; lettura critica; viaggio

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DOI: https://doi.org/10.14633/AHR096

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