La forza della Natura. La rappresentazione dei paesaggi del Sud tra Sette e Ottocento
Abstract
Il presente contributo vuole focalizzare l’attenzione sull’attività di quegli artisti italiani e stranieri, che spinti dalla curiosità o al servizio dei sovrani, percorrono in lungo e in largo, non senza difficoltà e pericoli, il sud dell’Italia fino alla Sicilia. Le pitture di vedute, le gouaches, le incisioni a stampa dei pittori stranieri contribuiscono a diffondere un’iconografia meridionale, che sarà alla base della costruzione del mito del Sud.
Tuttavia, mentre si andava costruendo l’immaginario del Grand Tour, altre voci risuonavano nell’incanto del paesaggio del Mezzogiorno. Giuseppe Maria Galanti – straordinaria figura dell’ultimo illuminismo napoletano – di quel Sud aveva raccontato, ad esempio, l’asprezza delle terre coltivate, la durezza delle condizioni del lavoro quotidiano, la miseria dei borghi lontani dalla capitale. A questo si aggiungevano le calamità naturali che confermavano, inesorabilmente, quanto queste terre, incantevoli e incontaminate, nascondessero una fragilità intrinseca.
Il terremoto del 1783, che devastò la Calabria e parte del messinese, così come quello che il 13 agosto 1851 distrusse Melfi e con essa gran parte della Basilicata, furono la riprova dell’avversità di una natura ostile all’uomo, “maligna” dispensatrice non solo di suggestive vedute, ma di paesaggi martoriati da frane e dirupi.
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PDFDOI: https://doi.org/10.14633/AHR124
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Copyright (c) 2019 Anna Grimaldi

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ArcHistoR è una rivista open access e peer reviewed (double blind), di Storia dell’architettura e Restauro, pubblicata con cadenza semestrale dall'Università Mediterranea di Reggio Calabria (Laboratorio CROSS - Storia dell'architettura e Restauro, dAeD - Dipartimento di Architettura e Design).
ISSN 2384-8898

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