Tra rigore controriformistico e messa in scena della città barocca (1572-1622): note sull’architettura a Napoli in età post-tridentina

Salvatore Di Liello

Abstract


Alla svolta tra il XVI e il XVII secolo, Napoli stava attraversando un periodo di profondi cambiamenti che avrebbero rapidamente trasformato il suo paesaggio urbano e la sua realtà sociale. Tra le principali cause vi furono una crescita demografica inarrestabile, la diffusa povertà della popolazione e il ruolo centrale svolto nella società dalle istituzioni caritative che, insieme agli ordini religiosi, fungevano anche da vivacissimi centri di produzione artistica. Questo contributo si concentra sugli anni compresi tra il 1572 e il 1622, un periodo che si apre con un evento locale e si conclude con un evento di portata storica per il cattolicesimo: rispettivamente, il primo contatto con Napoli del pittore e architetto romano Giovan Battista Cavagna e la canonizzazione, il 12 marzo 1622, degli eroi del cattolicesimo riformato — Ignazio di Loyola, Teresa d’Avila, Filippo Neri e Francesco Saverio — un trionfo mondiale per la Chiesa della Controriforma, nel quale Wittkower riconobbe già l’allontanamento dell’architettura sacra dal rigore riformista del Concilio di Trento. Valutando l’influenza romana introdotta nell’architettura della capitale meridionale della penisola da Giovan Battista Cavagna, primo di una generazione di artisti destinati a intervenire in modo decisivo nel perdurante ristagno del classicismo fiorentino a Napoli, il saggio si concentra sulla realtà sociale e sulle trasformazioni dell’architettura e dell’immagine urbana nel periodo esaminato. Si trattò di una fase intensa, che vide il passaggio dalla povertà della prima Controriforma agli inizi della sperimentazione del Barocco napoletano, sullo sfondo di una città e di una società segnate dal contrasto tra magnificenza e miseria, tra lo splendente fulgore delle chiese barocche e l’insormontabile oscurità di un invincibile senso della morte.


Parole chiave


Napoli; Controriforma; Città barocca; Età post-tridentina

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DOI: https://doi.org/10.14633/AHR419

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  ISSN 2384-8898

    

 

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