Tra proporzione, ordine e costruzione. Viollet-le-Duc e i templi di Paestum

Stefania Pollone

Abstract


L’area archeologica di Paestum – una delle più complesse testimonianze della Magna Grecia – ha rappresentato fin dalla sua “riscoperta”, avvenuta intorno alla metà del XVIII secolo, un paradigma per la conoscenza dell’architettura antica. I templi dorici del sito, riconosciuti quali modelli archetipici del costruire, furono oggetto di una vasta messe di studi, rilievi, rappresentazioni iconografiche e pubblicazioni scientifiche. Numerosi furono gli architetti, i pittori, gli incisori, gli eruditi e gli archeologi che indagarono le strutture della città antica. Viollet-le-Duc fu tra coloro che visitarono Paestum nel 1836. Qui l’architetto francese poté osservare le architetture del sito, cogliendone le suggestioni e, attraverso la rappresentazione di una di essa, il Tempio di Nettuno, individuare alcune questioni sulle quali avrebbe riflettuto in seguito.

Alla luce di tali premesse, lo scritto intende presentare un breve resoconto delle esperienze degli architetti francesi che, prima di Viollet-le-Duc, avevano studiato i templi e degli artisti che li avevano ritratti, nonché degli interventi di restauro condotti sulle strutture antiche fino al 1836, in modo da costruire un quadro di riferimento chiaro.

Il saggio continua, poi, concentrando l’attenzione sulla presenza di Viollet-le-Duc nell’area archeologica e sull’influenza che questa esperienza ha avuto nella formazione dell’architetto, soprattutto rispetto alla comprensione dei principi costruttivi dell’architettura antica, presupposto fondamentale per l’interpretazione di quelli dell’arte costruttiva medievale.


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